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  1. Il funzionamento dei propulsori con sistema Common Rail
    Il Common Rail, definizione inglese traducibile con la locuzione ‘’condotto comune’’

    AvatarBy Automoto il 4 Feb. 2015
     
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    Il Common Rail, definizione inglese traducibile con la locuzione ‘’condotto comune’’, è un particolare sistema di iniezione oggi comune sulla grande maggioranza dei motori alimentati a gasolio e frutto di un’idea del Gruppo Fiat, Casa automobilistica che per prima credette a questo innovativo brevetto nel corso del 1997, anno in cui questo fu proposto sui motori 1.9 e 2.4 JTD dell’allora nuovissima Alfa Romeo 156.
    Per circa due anni questo brevetto, sviluppato dal Gruppo torinese in simbiosi con Magneti Marelli, Elasis e CRF, rimase un’esclusiva delle vetture Fiat, Lancia ed Alfa Romeo. Successivamente il brevetto venne venduto a Bosch diventando così diffuso sulla maggior parte delle vetture odierne alimentate a gasolio.

    La Storia del Common Rail
    Il Common Rail è un’invenzione che porta in dote una forte componente di italianità: tra i ricercatori che collaborarono allo sviluppo di questa tecnologia, infatti, vi furono numerosi italiani che già nel corso del 1987 iniziarono a cimentarsi con la progettazione del sistema Common Rail che, infatti, già tre anni dopo fu proposto in dimostrazione. A partire dal ’90, preso atto della fattibilità industriale di questa innovazione, lo sviluppo fu via via affinato intervenendo soprattutto sulle caratteristiche della pompa e del regolatore di pressione.

    I precursori del Common Rail
    Nonostante il sistema Common Rail abbia una storia piuttosto recente, sistemi di iniezione molto simili a quello tipico dei motori a gasolio moderni sono stati proposti in passato da svariate Case automobilistiche, nautiche e ferroviarie: ad esempio, il propulsore Cooper-Bessemer GN8 sfrutta un sistema ad azionamento idraulico per innescare gli organi deputati all’iniezione del gasolio. A questo sistema, che inizialmente venne ritenuto inapplicabile alla produzione automobilistica, ci si avvicinò in maniera piuttosto lenta e graduale: nel 1986, la Fiat presentò la prima vettura a gasolio dotata di iniezione diretta del carburante: si trattava della Croma TD i.d., una pietra miliare nella storia dell’automobilismo moderno. Ad essa seguì 11 anni dopo la già citata Alfa Romeo 156, con i suoi motori 1.9 e 2.4 JTD che di lì a poco andarono ad equipaggiare la maggior parte delle vetture del gruppo Fiat, dalla piccola Punto fino alle ammiraglie Lancia Thesis ed Alfa Romeo 166.

    Nel corso del 2003 il Gruppo Fiat commercializzò i primi esemplari di vetture dotate del sistema Common Rail di seconda generazione, che fu applicato ai propulsori 1.3 che andarono ad equipaggiare tutte le vetture di bassa gamma del Gruppo, come le Fiat Panda, Punto, Doblò e Idea e le Lancia Ypsilon e Musa. Questo motore fu inoltre utilizzato, in virtù di accordi stipulati con la General Motors, anche da numerose vetture Opel, Suzuki e Subaru. Da questo momento in poi la tecnologia che anima questi motori fu affinata anno per anno raggiungendo l’altissimo livello di efficienza oggi noto a tutti.

    Funzionamento del sistema Common Rail
    Tra le Case automobilistiche che per anni hanno provato ad opporsi allo strapotere tecnico e commerciale dei motori a gasolio con sistema di iniezione Common Rail, c’è stato il Gruppo Volkswagen che, fino a pochissimi anni fa, ha insistito a proporre sulle sue vetture motori a gasolio ‘’iniettore-pompa’’, caratterizzati da un livello tecnologico tendenzialmente più basso, più fumosi e rumorosi e meno efficienti dal punto di vista dei consumi. Solo da qualche anno il Gruppo tedesco ha a sua volta dovuto accettare di rivedere i suoi convincimenti e di cominciare a fare uso della tecnologia di origine italiana.

    Il common rail è caratterizzato dalla presenza di una pompa che lavora a bassa pressione e posizionata in coda ad un’altra pompa che lavora, al contrario, ad alte pressioni. Entrambe le pompe sono collocate all’interno di un comune condotto ad alta pressione nel quale sono collocati anche gli iniettori a comando elettronico. Così, la gestione della pressione del carburante e dei tempi che scandiscono l’iniezione sono vincolati e garantiscono maggior elasticità di funzionamento.

    Edited by Automoto - 28/4/2015, 11:47
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