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  1. Ibrido plug-in a gasolio: la nuova frontiera del risparmio applicata all’auto
    Con il costo del carburante che ha ormai raggiunto costi esorbitanti

    AvatarBy Automoto il 4 Feb. 2015
     
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    Con il costo del carburante che ha ormai raggiunto costi esorbitanti, l’esigenza di un’auto che consenta di spostarsi investendo la minor cifra possibile per l’acquisto di carburante è ormai diventata comune ad un numero sempre maggiore di automobilisti.

    Il problema del caro carburante, infatti, non coinvolge solamente tutti coloro i quali fanno della propria vettura uno strumento di lavoro (rappresentanti, tassisti, addetti alle consegne ecc.), ma la quasi totalità del pubblico automobilistico. E non sempre basta un’auto capace di consumare poco per risolvere il problema dei costi: infatti, nonostante l’alta efficienza ormai propria di buona parte dei motori in dotazione alle vetture attualmente in produzione, il costo del carburante (sia esso benzina o gasolio) è talmente elevato da rendere praticamente vani i vantaggi garantiti dai propulsori di moderna progettazione.

    La Toyota Prius, pioniera dell’ibrido
    E’ anche per questo motivo, quindi, che anche sul mercato italiano le vetture ad alimentazione ibrida cominciano ad essere richieste da una fetta sempre più ampia di pubblico: pioniera di questo nuovo modo di intendere l’auto fu la Toyota, che nel corso degli anni ’90 presentò la Prius, piccola ed originale berlina a tre volumi di dimensioni medio-piccole che diede di fatto i natali a questa sempre più interessante nicchia di mercato. Alimentata da un propulsore a benzina capace di funzionare in simbiosi con un’unità elettrica, la piccola vettura della Toyota era in grado di garantire prestazioni più che accettabili e di funzionare in maniera totalmente elettrica (e quindi senza inquinare) per un paio di chilometri. Questa soluzione, ideale per percorrere il tragitto casa-lavoro senza utilizzare carburanti tradizionali, permetteva di risparmiare ingenti quantità di benzina su scala mensile.

    Funzionamento dei motori ibridi classici
    Premesso che ogni motore ibrido possiede delle proprietà specifiche che ne determinano un funzionamento più o meno conforme ad un modello preciso, in linea di massima si può dire che le autovetture con motori ibridi funzionano combinando l’azione di due o più propulsori che lavorano in simbiosi per muovere l’autovettura: di solito, in particolare, le auto ibride sono in grado di funzionare in modalità totalmente elettrica per un certo quantitativo di chilometri, superato il quale entra in azione il motore termico. Alcune auto consentono inoltre di scegliere a quale motore fare affidamento o se farli lavorare in maniera contemporanea: in quest’ultimo caso, il motore elettrico fornisce un surplus di potenza all’autovettura in tutte le circostanze nelle quali il guidatore richiede potenza. Il motore elettrico non richiede di essere ricaricato mediante dispositivi esterni, in quanto sfrutta un sistema di rigenerazione dell’energia che lo alimenta azionato dal funzionamento del propulsore termico.

    L’ibrido plug in a gasolio
    Abbinare i vantaggi offerti dai motori ibridi, sostituendo quello a termico a benzina con un’unità a gasolio è la sfida nella quale stanno cimentandosi sempre più costruttori: il vantaggio principale è quello di disporre di una vettura capace di assicurare una coppia ed un livello di affidabilità maggiore rispetto a quelli di un’auto aspirata a benzina e di beneficiare di consumi ancor più contenuti.
    Il plug-in a gasolio è un compromesso che avvicina ulteriormente il mondo dei propulsori ibridi alla realtà delle vetture elettriche: ad esempio, la nuovissima Golf GTE permette di utilizzare in maniera indipendente o combinata entrambi i motori dei quali è dotata: il propulsore elettrico, in particolare, tende a ricaricarsi nelle fasi di frenata e di rilascio che si verificano durante il funzionamento del motore a gasolio. L’unità elettrica è in grado di supportare quella termica offrendo un surplus prestazionale o, al contrario, una migliore efficienza energetica atta a diminuire i consumi.

    Inoltre, è possibile procedere per circa 50 km in modalità totalmente elettrica, abbattendo costi ed emissioni inquinanti. Proprio per questo motivo, è possibile ricaricare il motore elettrico anche mediante una presa casalinga da 2.3 KW o le colonnine di ricarica che stanno diffondendosi nella maggior parte delle città.

    Leggi di più vasche baule.

    Edited by Automoto - 5/3/2018, 11:48
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